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La Fabbrica di Staglieno

Arte e Cultura

La Fabbrica di Staglieno

Riscoprire le bellezze del cimitero monumentale

Il cuore del progetto è la creazione di uno spazio all’interno del Cimitero Monumentale che ospiti il lavoro dei Maestri marmisti e restauratori

Arte e Cultura

Ente beneficiario
  • Arci Genova
  • Comune di Genova
  • Auser Genova e Liguria
Genova

Status del progetto

100%

Data di partenza

12.2014

Durata

18 mesi

Valore del contributo 250.000€

€ 250.000

Il nostro partner

Arci è un’associazione di promozione sociale che conta, nella sola Provincia di Genova, circa 160 basi associative e 33.000 soci. Opera nel settore della promozione sociale e culturale, in collaborazione con enti pubblici, aziende e fondazioni private. Nell'ambito de “La Fabbrica di Staglieno”, Arci Genova si occuperà del coordinamento della rete dei partner, delle azioni di promozione, conoscenza, pubblicizzazione, dell’uso delle tecnologie innovative, del volontariato dei giovani e delle attività didattiche con scuole e famiglie.

Area di intervento - bene invisibile da valorizzare

Il cimitero di Staglieno è il maggior luogo di sepoltura di Genova ed è situato nella Val Bisagno. Riconosciuto tra i cimiteri monumentali più importanti d’Europa, è stato definito un museo a cielo aperto per la concentrazione di statue funerarie e cappelle realizzate da importanti architetti e scultori. La presenza del cimitero ha reso il territorio della Media Val Bisagno sede privilegiata di molte imprese artigiane (in particolare, conservatori, restauratori e marmisti) il cui mestiere si tramanda di generazione in generazione e con un ottimo livello di competenze tecnico-artistiche.

Descrizione e obiettivi del progetto

Il progetto mira a valorizzare e fare riscoprire le bellezze del cimitero monumentale di Staglieno, attraverso la valorizzazione delle arti e della storia in esso contenute e a far conoscere, dare sviluppo e contribuire alla continuità delle abilità e delle competenze artigianali dei mestieri legati all’arte funebre. Il cuore del progetto è la creazione de “La Fabbrica di Staglieno”: uno spazio all’interno del Cimitero Monumentale  capace di ospitare il lavoro dei Maestri marmisti e restauratori e dove è anche possibile per i visitatori vedere e sperimentare il lavoro degli artigiani.
La Fabbrica acquisisce quindi il ruolo di “bottega artigiana” in senso tradizionale anche come luogo di formazione di nuovi artigiani; è luogo di ricerca, grazie alla stretta connessione con l’Università di Genova, per la parte relativa alla datazione, alla conservazione e al restauro; costituisce uno spazio didattico per bambini di età prescolare e scolare e ragazzi delle scuole secondarie inferiori e superiori, dove poter approcciare, in modo esperienziale, diversi temi quali il lavoro artigianale, le competenze del restauro, la storia, la memoria, la storia dell’arte ma anche quelli più delicati del ricordo e della morte. Il progetto sarà anche l’occasione per rivedere l’approccio turistico al sito con la costruzione di percorsi ad hoc per visitatori italiani e stranieri, scolaresche, anziani e disabili.

Utilizzo innovativo delle tecnologie

Le principali opere d'arte sul percorso saranno fotografate, geo-referenziate e rese accessibili tramite realtà aumentata con specifiche schede descrittive; il percorso è dotato di pannelli con QRCode che permetteranno la fruizione di un percorso autoguidato collegato al sito web; nella parte di accoglienza turistica vi è un’aula multimediale dove poter vedere i documentari che raccontano delle “maestrie artigiane” coinvolte. Infine, un sito raccoglierà tutte le produzioni del progetto (foto, documentari, guida - disponibile anche come ebook - ecc).

La Fabbrica di Staglieno

Nel silenzio del sepolcreto di Staglieno nasce il progetto che vuole far conoscere l'immenso patrimonio monumentale che rischia di essere dimenticato perché lasciato all'abbandono.

Un immenso museo monumentale en plein air, immerso nel silenzio e ingoiato lentamente dalla vegetazione e dall'abbandono. Siamo a Genova e questo è il cimitero di Staglieno, definito da Hemingway «Una delle meraviglie del mondo». Cimitero fra i più grandi d'Europa, ricco di opere di scultori e architetti del XIX secolo, scivolato nell'oblio di una vallata cittadina in crisi economica e ambientale. Alla manutenzione del cimitero lavorano decine di maestri artigiani - marmisti e restauratori - che faticano a trovare un'eredità.

Il progetto La Fabbrica di Staglieno intende riportare vita e lavoro fra i viali e le sculture del sepolcreto, rinnovando l'approccio con cui esso viene rappresentato ai turisti ed alla città e rendendo il lavoro artistico, artigianale e scientifico che vi si pratica uno degli elementi di interesse e vivacità della visita.

L'organizzazione di laboratori, percorsi esperienziali, visite guidate studiate ad hoc per le diverse fasce d'età dei fruitori - oltre che la predisposizione di materiale informativo rinnovato e di uno spazio multimediale - animeranno la rinascita del cimitero come polo culturale, costruendo un vero e proprio eco-museo del restauro anzi “la fabbrica di Staglieno”, uno spazio in costante manutenzione in cui la stessa maestria artigiana è il museo insieme alle meravigliose opere d'arte
E non si tratta solo di turismo; riportare il cimitero e i suoi mestieri al centro dell'attenzione cittadina concorrerà a restituire dignità e speranza a un territorio sfinito dalla deindustrializzazione e dalle inondazioni e a creare nuove opportunità di lavoro.
Al recupero delle opere d'arte contribuiscono le nuove tecnologie: il progetto, infatti, prevede la georeferenziazione dei monumenti situati nel percorso accessibile e la loro visibilità attraverso tecnologie di realtà aumentata, oltre alla realizzazione di un sito web e di una guida interattiva, all'installazione di pannelli con QR-Code sul percorso e, non ultimo, alla realizzazione di documentari sulle maestrie artigiane coinvolte.

Il cimitero monumentale di Staglieno

IL CIMITERO MONUMENTALE DI STAGLIENO

Friedrich Nietzsche, Guy de Maupassant, Mark Twain, Evelyn Waugh, il pittore russo Ilja Repin, l'imperatrice Elisabetta d'Austria (la famosa Sissi) e l'imperatore del Brasile sono solo alcuni dei personaggi storici, letterati, viaggiatori, artisti, filosofi, che hanno lasciato testimonianze delle visite a Staglieno e del loro peregrinare lungo le grandi gallerie monumentali, o fra i folti viali lungo la collina che fa da sfondo pittoresco al cimitero.
Tutti, pur con giudizi diversi, ricordano la grande impressione e il fascino di questo luogo di memorie pubbliche e private, in cui la volontà monumentale si unisce, inscindibilmente, alla suggestione 'romantica' del paesaggio, in un intreccio strettissimo fra monumento, architetture, memorie storiche e natura.
Il cimitero, nato a metà del secolo e sviluppatosi con grande intensità rappresentativa fino a dopo la prima guerra mondiale, segue con perfetto parallelismo storico e culturale vicende, ideali, idea stessa della vita di una classe in ascesa, la borghesia: dai momenti della massima crescita fino alle crisi di identità che segnano la sua storia negli ultimi decenni dell'Ottocento e nei primi del Novecento.
I linguaggi artistici di oltre un secolo, dal neoclassicismo, al realismo (in una delle forme più caratterizzate e iperdescrittive che si riscontrino in tutto il contesto europeo del realismo borghese), fino al simbolismo e al liberty, al déco, e oltre vi si sono succeduti, dando vita a una scuola di scultori le cui opere si sono diffuse ben oltre i confini regionali e nazionali: da Santo Varni a Giulio Monteverde, Augusto Rivalta, Lorenzo Orengo, Federico Fabiani, Domenico Carli, Pietro Costa, fino a Edoardo De Albertis, Eugenio Baroni e altri.
Ma, allo stesso tempo, ha costituito - per la sua imponente dimensione monumentale - un richiamo forte per noti artisti italiani, da Leonardo Bistolfi (che vi ha lasciato opere particolarmente importanti), a Ettore Ximenes, Pietro Canonica, Edoardo Rubino, Francesco Messina, per citarne solo alcuni.
Nel tempo Staglieno è diventato così una delle testimonianze fra le più rilevanti ed organiche, all'interno della cultura occidentale, della società fra metà Ottocento e inizi Novecento: anche perché, non bisogna dimenticarlo, borghesia e aristocrazia liguri dell'epoca, per la loro proiezione in una dimensione economica e imprenditoriale mondiale, sono più rappresentative dei modelli di gusto e comportamenti delle classi egemoni del tempo.
Staglieno è oggi il grande museo dell'immaginario e dei processi di automemorizzazione della cultura di questa società, capace - nella forte coscienza che ha della propria 'modernità' e nella profonda fiducia in un futuro progressivo - di proporre modelli particolarmente rappresentativi, tanto nelle strutture architettoniche quanto nelle immagini scultoree, che hanno trovato fortuna ben fuori Genova e Liguria, in Europa e nelle Americhe.